Il Compleanno

E’ una bellissima giornata di inizio primavera, la temperatura è abbastanza mite, tendente al caldo,
Non ho nulla da fare e decido di andare a fare un giro a Verona.
Mi preparo, indosso un completino intimo molto succinto nero, trasparente, un paio di collant color carne, una gonnella corta di quelle svolazzanti, maglietta bianca aderentissima, stivaletti bassi senza tacco, giubbino e parto.
Inizialmente volevo andarci in macchina, ma poi -considerando che avrei dovuto trovare parcheggio- per non rischiare decisi di prendere il treno.
Verso le 11 ero a Verona e mi sono fatta proprio un bel giro.
Verso le 19 pensai che potesse bastare e così mi avviai verso la stazione dei treni.
Con mia grande incazzatura, appresi che il treno che avrei dovuto prendere per tornare era stato annullato a causa di uno sciopero che, come al solito, non mi ricordavo esserci.
Ad ogni modo, era stato messo a disposizione un mezzo alternativo, un pullman che, tutto sommato, non mi cambiava poi molto.
Salii quindi sul pullman e mi andai a sedere sugli ultimi posti, vicino al finestrino. Sapevo che sarebbe stato abbastanza lungo perchè si sarebbe dovuto fermare in tutte le stazioni intermedie.
Non era molto affollato e, una volta partiti, pensai, “mi faccio un pisolino” così mi sarei rilassata.
Dopo tre /quattro fermate, un uomo sulla cinquantina che avevo notato alla stazione di Verona mentre mi spogliava con gli occhi, si alzò dal posto che occupava e vene a sedersi sul sedile dov’ero io chiedendomi se fosse libero…
Ovviamente gli risposi di si e lui si accomodò nel sedile centrale.
In più occasioni, notai che non mi toglieva gli occhi di dosso: continuava a scassinare le mie gambe fino alla gonna che, ovviamente, essendo seduta, si era un può alzata.
Mi eccitava essere il suo desiderio proibito e così iniziai a fare la “stronza” sistemandomi il collant fino all’altezza della gonna, talvolta alzandola pure un po’…
Mi accorsi subito che tra le sue gambe cresceva a vista d’occhio il suo attributo ed il suo sguardo era assolutamente attratto dai miei movimenti.
Mi sfilai gli stivaletti e mi girai verso di lui e, facendo anche la figura della persona educata, gli chiesi se gli fosse dispiaciuto che io appoggiassi i piedi sul sedile.
Ovviamente rispose di no e così mi accomodai.
Lui era praticamente fisso a guardare tra le mie gambe ed io, piano piano, lasciai che la gonna cadesse scoprendo sempre di più le gambe e, per darle un piccolo aiuto, piano piano le aprivo sempre di più.
Il collant trasparentissimo sopra il perizoma trasparente , lasciava chiaramente vedere la mia fichetta depilata e, il tipo, non appena riuscì a vederla, non sapevo più cosa fare.
Aspettai ancora qualche minuto, dopodiché spalancai completamente le gambe rompendo ogni indugio.
Fu allora che iniziai a sentire che qualcosa mi sfiorava i piedi in una sorta di impercettibile carezza.
Lo lasciai fare per un po’, poi appoggiai i piedi sulle sue gambe.
Lui li prese tra le mani ed inizio ad accarezzarli ed a baciarli. Mi eccitava da morire prece i piedi sono una delle mie parti preferite…
Poi mi accarezzò sempre più su, fino alle cosce arrivando “addirittura” a sfiorare la mia passerina.
Inaspettatamente, mi prese i piedi, mi allargò le gambe ed iniziò a leccarmi la fichetta da sopra il collant.
Questo colpo di scena mi diede il colpo di grazia ed iniziai a bagnarmi infradiciando le mutandine ed il collant.
Era veramente bravo con quella lingua e mi dispiaceva non sentire sulla pelle la sua lingua.
Mi abbassai un po’ le calze e le mutandine e lo incitati a riprendere il lavoro…
Affondò il suo viso tra le mie cosce ed iniziò a leccarmi avidamente la mia passerina che grondava letteralmente di umori. La sua lingua si incuneava come fosse un cazzo pulsante, ia nella fica che nel mio culetto. Andò avanti così per 5-6 minuti poi, sfilò il cazzo dai pantaloni e me lo conficcò nella vagina.
Affondava come una lama nel burro, tant’ero colma di umori. Lo sentivo pulsare ad ogni colpo che affondava… Godevo e mi eccitava sempre più al pensiero che ci potessero vedere e, allo stesso tempo, speravo che altri si unissero alla festa. Mi ero alzata la maglietta ed il reggiseno. Ero praticamente nuda in un autobus di linea, mentre mi stavo lasciando scopare da un perfetto sconosciuto…. Proprio come piace a me!!!
Oltretutto mi ero resa conto che ero appoggiata al vetro e che, quindi, chiunque dall’esterno, poteva vedermi… e questo mi eccitava ancora di più. Infatti, un paio di camionisti hanno sicuramente gradito parte di quella scena perchè per sorpassare ci hanno impiegato parecchio, anche se il pullman andava relativamente piano…
Continuò a copiarmi con foga per diversi minuti, finché esplose con un fiotto di sperma calda che mi diresse tra i seni ed il viso, inzuppandomi anche i vestiti.
Lui si scusò, ma a me non importava assolutamente niente. Mi spalmai quel nettare sulla pancia, sulla fica, sui seni, sulla bocca, poi lo feci avvicinare di più e presi in bocca il suo cazzo ancora gocciolante, esigendomi in un pompino da manuale. Sentii che stava per venire nuovamente e, sentendo che stava per toglierlo, lo afferrai per le natiche facendomi venire in bocca.
Ingoiai tutto e lui, esausto ma in maniera assolutamente gentile, mi porse un paio di fazzolettini di carta, così che mi potessi ripulire un po’.
Presi la sua mano e la portai verso la mia fica che ancora aveva bisogno di essere trastullata.
Dopo una decina di minuti, esplosi anch’io in un bellissimo orgasmo.
Lo ringraziai e iniziai a riassettarmi .
“Paolo… mi chiamo Paolo, piacere… “ mi disse.
“Piacere mio, Valentina! “, risposi io.
“Sai, oggi è il mio compleanno e tu, senza saperlo, mi hai fatto un regalo bellissimo perchè assolutamente inaspettato. Sei bellissima e non avrei nemmeno immaginato che saresti potuta essere mia. Avrei solo sperato di riuscire ad intravedere un po’ più delle tue meravigliose gambe o, forse intravedere i capezzoli dalla maglietta…ma mai quello che è successo.”.
Io lo ringraziai e gli diedi due baci per il compleanno.
A questo punto mi guardò per qualche istante, poi mi disse: “Senti Valentina, questa sera alcuni miei amici hanno organizzato una festicciole per il mio compleanno, vuoi venire? Sei invitata e saresti la benvenuta.”.
Gli dissi subito di si, ma che forse mi sarei dovuta cambiare d’abito, per essere più presentabile…
Lui mi disse che non c’era nessun problema, perchè tanto la festa era a casa di uno dei suoi amici.
Arrivati a Padova, scendemmo dall’autobus ed io chiamai a casa per avvertire che sarei rimasta a cena -e forse a dormire- da un’amica. Salii in macchina con Paolo e ci dirigemmo verso la zona artigianale.
Ci fermammo davanti ad una grossa ditta. Il cancello scorrevole si aprì ed andammo nella parte posteriore.
“E’ un appartamento aziendale”, mi disse, qua possiamo fare baldoria senza disturbare nessuno”.
Entrammo e, senza grande stupore, mi resi conto che oltre ad una decina di maschietti, ero l’unica ragazza…
Paolo mi presentò come una sua amica e cominciai a chiacchierare un po’ con tutti, anche per rompere il ghiaccio.
Mi stavano letteralmente mangiando con gli occhi, ma mi resi conto che nessuno avrebbe fatto nulla perchè pensavano che fossi una qualche “proprietà” di Paolo.
Chiesi di andare al bagno ed approfittai per darmi una bella ripulita. Ora ero bella profumata ovunque e pronta ad una nuova avventura. Mi infilai nuovamente il collant senza le mutandine, sistemai i capelli e tornai di là.
Mi eccitava essere l’attenzione della festa, sapevo che tutti là dentro avrebbero voluto scoparmi…
L’atmosfera si era un po’ ravvivata, avevano messo un po’ di musica e abbassato le luci.
Iniziarono a porgermi bicchieri di spumante ed in 4-5 mi spinsero a ballare.
Io mi dimenavo in maniera molto sensuale, accarezzando il mio corpo, i seni, alzavo un po’ la gonna…
Visto che ero oramai accerchiata da tutti, decisi di iniziare a fare la troia, cosa che mi riesce molto bene, e cominciai ad appoggiare il mio culetto, strusciandolo, sul cazzo di ognuno, finché sentivo che si gonfiava.
Li portai all’esasperazione!!! Paolo mi guardava e sorrideva, perchè già immaginava cosa sarebbe successo da li a poco…
E così fu!!!!
Mi tolsi la maglietta, rimanendo con il reggiseno in pizzo trasparentissimo che lasciava vedere completamente i seni ed i capezzoli turgidi…
Finalmente uno prese coraggio e mi si mise dietro strusciando il suo cazzo duro sul mio culetto ed afferrandomi le tette. Un altro, mi venne davanti e fece la stessa cosa.
In questo sandwich, mi sentivo bene e mi dissi: “E’ ora di cominciare a divertirci”…
Continuando a ballare in mezzo ai due, mi alzai la gonna invitando i due a farmi quello che volevano.
Mi palparono ovunque ed io ero già un fiume in piena… mi strappai il collant all’altezza dell’inguine in maniera tale da lasciare libera la fica ed il culetto ed immediatamente, li sentii entrambi riempiti con non so quante dita.
Invitai tutti gli altri a farsi avanti e di non avere paura…
E la festa ebbe inizio. Cazzi, cazzi, cazzi, cazzi,,,, avevo cazzi ovunque… In bocca, nella fica, nel culetto…
Doppie, triple penetrazioni…. finché ce ne stavano, riempivano….
E sborra…tanta sborra…. tanta sborra calda….
Ero inzuppata frasicia di sborra dalla testa ai piedi…
Ad un certo momento, mentre ero chinata a succhiare un cazzo, mi sentii inculare e sollevare da terra. Mi stava inculando reggendomi sotto le gambe, tenendole spalancate ed offrendo la mia fica ad un altro che non ci pensò due volte a riempire con il suo cazzo. Quello a cui stavo succhiando il cazzo, salì su una sedia e volle che terminassi il mio lavoro.
Ne volevo ancora!!! Ne vuole due davanti e due dietro…contemporaneamente.
Senza troppa fatica, venni accontentata. Ero sconquassata e godevo e gemevo come una gatta in calore…. Cosi iniziai a succhiarne due/tre alla volta.
Aaaaaaaahhhhh….. quattro cazzi che ti vengono dentro li senti anche se non vuoi….. Uno tsunami!!!!!! Colavo sborra da tutti i buchi e così, rimessami a terra, mi inginocchiai e li feci mettere tutti attorno a me, succhiavo e menavo i loro cazzi finché iniziarono a regalarmi un meraviglioso bukkake che – a stento- riuscivo a gestire….
Ero piena e ripiena di sborra, tanta ne avevo sopra e dentro il mio corpo…
Erano le tre del mattino quando decisi che volevo tornare a casa. Mi feci una doccia, mi infilai un collant nuovo (ne ho sempre almeno un paio di scorta in borsa), mi rivestii e dopo aver salutato tutti, Paolo mi riaccompagnò dove gli chiesi… Poco distante avevo la mia macchina e tornai a casa.
L’indomani mattina, tarda mattinata, nella tasca del gubbino trovai un biglietto.
Era di Paolo, mi aveva lasciato il suo numero di telefono e le date dei compleanni di tutti gli amici presenti la sera prima… “Se in queste date non hai niente da fare, sarai sempre la nostra più gradita ospite. Sei semplicemente fantastica!!!”.
Finora, ho partecipato a 4 compleanni…..

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