Un Biglietto Giallo (storia erotica sui collant)

Un Biglietto Giallo (storia erotica sui collant)

“Entro in camera, la luce ancora accesa, e ora…” Stringevo emozionato tra le dita quel piccolo biglietto giallo,
solo un piccolo numero scritto a biro, scritto con un tratto nervoso, troppo impreciso per essere una calligrafia femminile, oppure scritto in fretta, in un impeto di passione, una decisione buttata lì…
Non riesco proprio a ricordare come sia potuto finire sul mio tavolo, tra le posate e il piatto, nascosto ma non così tanto, messo apposta lì per farsi vedere solo da me.
L’ho nascosto subito, ho capito immediatamente che era una cosa mia, segreta, non lo doveva vedere nessuno. E così quel piccolo biglietto carico di misteri è rimasto nascosto fino alla fine della cena, ha resistito ai saluti, ai convenevoli di rito. E uscito dalla tasca solo dopo aver lasciato la camera con una scusa: “scendo al bar, non ho sonno questa sera”
E’ rimasto tra le mie dita mentre percorrevo quei corridoi nella penombra della notte, mentre i miei passi erano attutiti dalla moquette delle scale. E mentre il timore cresceva aumentava anche l’eccitazione, il desiderio di scoprire cosa nascondesse quello strano e misterioso biglietto giallo.
L’eccitazione la sentivo crescere nei pantaloni, sentivo il mio sesso farsi turgido, il sangue scorrere nel corpo per concentrarsi lì.
561: quinto piano, quello più alto… leggo i numeri in metallo incollati al muro, controllo che la freccia indichi esattamente il lato del corridoio che mi interessa e mi incammino… Sento il cuore battere forte, il sesso pulsare nei pantaloni… e se non fosse come immagino?
61, sono di fronte alla porta, ingoio questo strano groppo che mi chiude la gola, il biglietto mi cade in terra ma non ho il coraggio di piegarmi per raccoglierlo, tanto il suo dovere l’ha fatto, ora tocca a me..
Busso, le nocche battono sulla porta, forse troppo forte, forse troppo piano. Nessuno risponde, forse dovevo bussare più forte, ma mentre la mano si chiude per colpire di nuovo la porta, mi accorgo che un filo di luce si insinua tra il legno scuro. E’ aperta… provo a spingerla, si apre, piano senza nessun rumore, solo il silenzioso fruscio della legno sulla moquette alta e soffice.
Entro piano, il timore per quello che può succedere è fortissimo, per un attimo vorrei tornare indietro. Troppo tardi, scorgo alla finestra un profilo scuro, alta, i lunghi capelli le incorniciano la testa illuminata dal buio della notte. Ho paura, quasi terrore ma una forza invisibile mi spinge verso quella figura, verso quella finestra. “Finalmente, ti aspettavo” e io che non dico nulla, la testa mi scoppia per tutti i pensieri che girano vorticosi nella mia mente, ma nulla riesce ad uscire. Lei non si è girata, continua a guardare fuori, io mi avvicino pieno di timore, sono ormai dietro questa figura alta, elegante. Ne sento il profumo, lo sento entrare dentro di me, intenso, quasi mi ubriaca.
Nel silenzio sento il suo respirare rilassato mentre alzo piano le mani senza sapere se toccarla, con il terrore di vederla dissolversi al mio contatto, la sfioro, leggero. Sfioro quella camicetta bianca trasparente, leggerissima e scorgo tra il tessuto un delicato reggiseno bianco. Le mie dita si appoggiano al tessuto che la copre, si appoggiano ai fianchi, sfiorano la gonna, scendono alla ricerca del bordo sentono il calore della pelle velata da leggere calze. Mi inginocchio, sento il dolore del pavimento sulle mie ginocchia mentre le mani stringono il suo corpo verso di me, lei non si muove, solo un quasi impercettibile movimento, si avvicina un po’ quasi per donarsi, forse per farmi capire di fare in fretta. Avvicino il viso alle sue gambe profumate, sento il nylon delle calze sulla mia pelle, sento il calore del suo corpo… e poi il profumo, quel misto di nylon e pelle che mi ubriaca sempre….
Alzo il viso, le allargo piano piano le gambe, la mia lingua avida inizia piano piano ad accarezzarle l’interno delle gambe, lascia una leggera scia di piacere su quel velo chiaro. Con la lingua l’accarezzo, cerco di penetrare attraverso il collant dentro di lei, la bagno, ne assaporo i dolce succo che piano piano inizia ad inumidire le sue calze. E lei lì, in silenzio, le mani appoggiate alla finestra, il suo sesso sul mio viso. Le mia mani scorrono sulle sue gambe velate, accarezzano le scarpe lucide, le mie dita giocano con il tacco altissimo, sottile… e poi risalgono esplorano quel leggero velo, sentono avvicinarsi il calore del sesso, ormai pieno dei suoi e dei miei desideri. Esplorano quelle dolci labbra, spingono il velo del collant dentro di lei, si riempiono dei suoi umori.. Mi alzo, la desidero… desidero entrare dentro di lei… sentirla godere. Il mio sesso eccitato percorre piano le sue gambe, scorre sul velo. Ora sono in piedi, il sesso piantato tra le sue cosce chiuse ad accarezzare i collant bagnati di lei. Sento il suo respiro farsi più intenso, le mie mani la stringono, si infilano tra la camicetta leggera e la sua pelle, stringono i suoi seni velati dal pizzo, li liberano, e ricadono un po’ a riempire le mani…. La gonna scivola lungo le gambe velate il fruscio del tessuto mi eccita ancora di più… la stringo forte a me, le scopro piano piano le natiche, accarezzo con il mio sesso quella pelle così liscia, così morbida. Cerco piano piano la strada per entrare in lei, sento il calore del suo sesso su di me… le sfioro le labbra zuppe di umori. Poi lei…. finalmente si muove.. allunga una mano, stringe il mio sesso… ho capito, non vuole, pazienza è stato bello lo stesso….. E invece dirige il mio sesso un po’ più in alto, allarga le gambe e mi offre la sua porta più stretta, più esclusiva. Sono emozionato, eccitato, spingo piano, mentre le mie mani la stringono a me…. Scivolo piano dentro di lei, sento il suo dolce buchino chiudersi attorno al mio glande gonfio, per poi riaprirsi piano e ricevere tutto il mio sesso dentro di lei.
Si rilassa, forse il dolore è passato, io inizio a scivolarle dentro, e a tornare indietro, le mani sui suoi fianchi a dirigere la danza, il suo sedere morbido, rotondo ora è su di me. Aumento il ritmo la penetro con una dolce violenza, mi spingo dentro di lei, sento il mio sesso crescere ancora, irrigidirsi, spingere… Sento il mio seme risalire, cerco di resistere, mi fermo un attimo ma non resisto… un colpo secco, violento cerco di entrare più a fondo mentre esplodo violento dentro lei. Mi tremano le gambe, mi appoggio a lei… il mio viso schiacciato alla sua schiena il suo respiro che piano piano si placa. Il mio sesso ancora eccitato, ancora pieno di desiderio scivola fuori, accompagnato da un rivolo di umori che scendono caldi lungo le sue gambe. “Ora vai che è tardi”… nemmeno un grazie, un saluto, non una parola a quella donna che dolcemente mi ha regalato il suo corpo. Ripercorro i corridoi nella notte, la vista annebbiata, il suo calore ancora su di me…. il suo profumo sulle mie dita. Entro in camera, la luce ancora accesa, e ora…. cosa le dirò? Ma invece la scorgo addormentata tra le lenzuola, il libro aperto appoggiato tra le coperte.

Devo smettere di masturbarmi ogni volta che faccio la doccia !!

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