Colazione al Bar

Una nuova storia scritta da “A”, che ringraziamo tantissimo per questa e le altre che ha già inviato. E tu cosa aspetti a fare altrettanto? Clicca qui ed inviaci il tuo racconto, il tuo sogno, la tua esperienza legata al mondo dei collant!

Dopo una serie di battaglie e discussioni, finalmente riuscii a convincere la mia futura ragazza ad indossare un paio di calze color carne. A lei non piacevano e sosteneva che facessero un effetto di “finta gamba” quando indossate. Dal canto mio, invece, erano molto eleganti e a stento si notavano se non al tatto come già mi era capitato in altre occasioni con altre ragazze.
Decidemmo di andare a prendere un caffè insieme quella mattina in un bar poco frequentato. Come sempre arrivai in largo anticipo e dovetti aspettarla un po’ . Per fortuna non tardò ad arrivare.

Come promesso, aveva su un paio di calze color carne che mettevano in risalto le sue gambe.

Le aveva abbinate ad uno short nero molto corto che a tratti faceva vedere la cucitura nella parte alta della gamba. Stivaletti scuri e calzettoni color granata in tinta con il maglione che portava.
-Ciao, eccomi, spero di non aver fatto tardi.- mi disse.
-No no, sono arrivato da poco.- dissi mentre avevo gli occhi ancora incollati alle sue gambe e il mio membro già in erezione.
Entrammo ed in effetti non c’era nessuno a quell’ora. Prendemmo posto e dopo aver preso le prenotazioni iniziammo a parlare del più e del meno. I miei occhi ovviamente cercavano di seguire quelle gambe velate sotto il tavolo che ad un tratto si accavallarono con un gesto estremamente erotico che alla sola vista il mio membro pulsò nella patta dei pantaloni.
Lei se ne accorse e per farmi eccitare ancora di più iniziò ad accarezzarsi le gambe: dal ginocchio al polpaccio, abbassandosi più volte il calzettone della gamba accavallata. Tutto questo sotto il mio sguardo. Nel frattempo continuavo a parlare per non dare troppo nell’occhio ed evitare scene indecorose.
Fortunatamente il cameriere interruppe quella tortura psicologica portandoci quello che avevamo ordinato. Appena se ne fu andato colsi la palla al balzo e allungai una mano sulla sua gamba. La intrecciai con la sua e potetti finalmente toccare quel morbido tessuto di nylon. Setoso, soffice, vellutato. Il mio membro quasi esplose nei pantaloni. Lei comprese bene la situazione e incominciò a far scivolare la mia mano intrecciata alla sua su tutta la gamba. Iniziai a sentire le trame filate di quel collant così soffice.

L’ingordigia però ebbe la meglio e staccando la mia mano dalla sua incominciai ad accarezzarle spasmodicamente la coscia e l’interno coscia.

-Spero non ti dia fastidio- chiesi io.
-No, le calze sono fatte a posta per questo, per essere accarezzate.- rispose lei.
-Infatti la mia mano è guidata dalla morbidezza di queste calze.- risposi. -Sono stupende! Tu come le trovi?-
-Beh, come delle normali calze.- mi disse -Non farci l’abitudine perché non le metterò di nuovo.-
-Ma sono così eleganti e non si notano proprio!-
-Si, invece! Alla luce brillano!-
-E io come farò allora?-
-Lo fai con le nere, tanto sono uguali.-
-Anche di denari?-
-Sí, 20 anche quelle.-
-Queste mi sembrano più morbide.-
-La marca è la stessa: Calzedonia.-
-Ti trovi bene?-
-Sí, almeno non mi danno prurito come le altre che ho provato.- e per provocarmi ancora di più iniziò a grattarsi le calze.
Le sue mani veloci percorrevano la gamba. Le unghie sfregavano quel nylon quasi lo rompessero. I movimenti frenetici mi aizzavano. Volli darle una mano e iniziai a grattarle anche io le gambe. Le mie mani si infilavano dappertutto. Toccavano avide quella morbidezza incolore. Gliele tiravo, grattavo, accarezzavo. Lei mi incitava a farlo sempre più e io di buon grado accettavo. Le abbassai i calzettoni che aveva per aggredire meglio tutta la gamba. Arrivai all’altezza del cavallo coperto dallo shorts. Lo spostai e iniziai a massaggiarle il sesso sopra le calze.
Lei divenne rossa e cominciò ad ansimare. Aumentai l’intensità della stimolazione. Soffocò un gemito mordendosi il labbro inferiore e chiudendo gli occhi. Arrivammo allo stesso momento. La mia mano si bagnò dei suoi umori. Il mio membro inondò i miei pantaloni.
Sarà stata l’ultima volta che si è messa le calze color carne, ma quella fu la più bella sborrata di sempre.

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