Serata Tra Amiche

Quella sera Bettina era stata invitata ad una festa da amici, allora decise di tornare dal lavoro un po’ prima per prepararsi.
Appena arrivata si spoglio’ e si butto’ sotto la doccia.
Quando usci’ si asciugo’ e si accorse di avere i capezzoli rigidi, cosi’ inizio’ a stuzzicarseli.
Si palpava e accarezzava le tette, poi se li portava alla bocca per leccarle; non riusciva a morderle perché non erano abbastanza grosse, ma in compenso erano belle sode, e stavano, proprio come si dice, in una coppa di champagne.
Aveva i capelli biondi, ma non un biondo acceso, tanto che qualche volta sembrava castana, era alta, con un fisico asciutto e due gambe slanciate. Avrebbe potuto fare la modella se avesse voluto, ma continuava a studiare a Firenze, tanto la mantenevano i suoi.
La parte del suo corpo che preferiva erano i piedi; di tanto in tanto, quando si masturbava, amava portarseli alla bocca e per leccarli e ciucciarli, e succhiare il pollicione; lei li definiva i suoi piedini morbidi.!
Vide che era tardi e andò di corsa a prepararsi.
Mise un reggiseno scuro molto attillato, quasi trasparente, di quelli che non si vedono, e le mutandine abbinate.
Poi cerco’ nel cassetto i collant, e quando prese in mano quelli giusti si senti’ tutta bagnata.
Erano collant marron piuttosto scuri ed inizio’ a passarseli sulla bocca, stava portando una mano alla fica quando senti’ il citofono.
Era Giulio, che era passato a prenderla.
Allora lei decise di infilarsi le calze senza mutandine andò poi all’armadio e prese la sua serafina blu a maniche lunghe e il suo vestito lungo marrone attillato e senza maniche.
Si mise le scarpe, e mentre se le infiliva e vedeva i suoi piedini scorrere all’interno della calzatura si rieccitò, in quel momento inizio’ a sperare di farsi una bella scopata nella serata.
Giulio era in macchina che l ‘ aspettava:
-Ormai venivo su a portarti via di peso!
-Uffa quanto rompi!!! Sei stato tu a insistere che volevi accompagnarmi:
-SI! SI! Va bene!
Giulio era il miglior amico di Elisabetta; era un bel ragazzo, ma tra loro due non era mai successo niente.
Lei aveva anche sentito che una volta che si era ubriacato di brutto aveva fatto un pompino ad un suo amico, e da quella volta si dice che se lo sia fatto mettere anche nel culo, ma a Bettina questo non importava.
Erano le nove e mezza quando i due arrivarono; suonarono al cancello della grande villa.
Furono subito accolti da Piera, la padrona di casa; una ragazza non molto alta ma con due tette enormi, e, a detta di molti, una gran bonazza.
C’erano due o tre ragazzi carini che Betta non conosceva ancora, e da una parte c’era Anna.
Elisabetta non la conosceva bene, ma qualche volta l’aveva vista all’università.
Era una ragazza molto attraente, su questo non c’era dubbio con due grandi occhi neri da pantera, capelli corvini a caschetto, labbra carnose messe in risalto da un rossetto rosso fuoco.
Probabilmente era più bassa di Betta, ma aveva due gambe molto lunghe; quella sera indossava una giacchetta nera corta slacciata, sotto una maglietta scollata che metteva in risalto le tette, un poco più grosse di quelle di Bettina, inoltre quella sera indossava un paio di pantaloni a sigaretta che arrivavano fino alla caviglia e un paio di scarpe che permettevano di vedere il dorso del piede, fasciato da morbidi collant neri.
Le due furono presentate e, Elisabetta, sempre cosi’ spigliata, si sentiva un po’ in imbarazzo; ma ben presto legarono e si trovarono a parlare del più e del meno.
Era l ‘ ora di cena e Betta si ritrovo’ vicina a Stefano, uno dei ragazzi carini che lei non conosceva, davanti pero’ aveva Anna, e preferì passare la serata a chiacchiere con lei piuttosto che conoscere lui.
Era tardi ormai, ed Elisabetta sentiva il bisogno di riposare; andò a cercare Giulio.
Lo trovo’ che chiacchierava animatamente con Stefano, quando la vide avvicinarsi le andò in contro:
– Senti, siccome Stefano abita lontano… pensavo di dargli un passaggio…
Era molto imbarazzato
– Ma come!?! Prima dici che pensi a tutto tu, poi te ne esci con questa storia!
– Scusa non so cosa dirti…
Intervenne Anna, che era stata ad ascoltare tutto il tempo
– Elisabetta, se vuoi ti do io un passaggio, tanto sono di strada, e comunque avevo deciso di andare a casa.
– Grazie, sei molto gentile.
– Allora e’ deciso – disse Stefano
Le due erano cosi’ in macchina insieme, ed iniziarono a parlare e sparlare, in questo modo Betta venne a sapere che Stefano era una checca, e che quindi le storie su Giulio erano probabilmente vere.
Il profumo di Anna era per tutta la macchina, e questo eccito’ molto Bettina, che inizio’ anche a bagnarsi; in questo modo i aderirono ancora di più alla figa, e questo non faceva che aumentare la sua eccitazione.
Aveva voglia di spogliarsi e spararsi un lungo ditalino, magari facendosi aiutare da Anna, ma riuscì a resistere.
Erano arrivate. Elisabetta scese
– Vuoi venire su da me che ti offro qualcosa
Non sapeva neanche lei dove aveva trovato il coraggio per quelle parole
– Si – Rispose Anna; Bettina rimase a bocca aperta.
SI trovarono in casa sua, Anna si accomodo’ sul divano
– Allora cosa ti porto?
– Un martini, secco
– Ok
Mentre si trovava in cucina a cercare l’alcolico le venne in mente la sua prima esperienza omosessuale.
Era un periodo in cui i suoi rientravano sempre tardi per lavoro, lei aveva quindici anni, ed era già una bella ragazza.
Una sera era sola in casa con sua sorella, Cristina che aveva da poco compiuto i diciotto, stavano guardando un film alla tv, e in quel momento c’era il bacio finale
– Hai mai baciato qualcuno? – disse Cristina.
– No
In effetti, fino ad allora, non era mai stata con nessuno. Nel frattempo Cristina aveva già appoggiato una mano sulla gamba della sorella, che aveva indosso il pigiama,
– Vuoi che ti insegni?
Non sapeva cosa rispondere, ma non ce ne fu bisogno, in men che non si dica la più grande cinse a se l’altra, e con una mano sulla schiena e l’altra dietro la nuca inizio’ a baciarla.
Poi con la lingua inizio’ a leccarle le labbra, fino a che Bettina non le dischiuse un poco; a quel punto la lingua di Cristina si fece strade nella bocca dell’altra, e inizio’ a farla roteare.
Elisa non rimase ferma per molto, anche lei abbraccio’ la sorella accarezzandole i capelli, e la sua lingua “slumacava” con l’altra, andava a stuzzicarle il palato e l’incavo della guance.
Rimanerono cosi’ per molto tempo, e Cristina si masturbo’ anche.
L’episodio non si ripete’ più, o quasi; una volta al cinema, ma non se ne accorse nessuno, e una volta che le due fecero il bagno assieme.
Nel frattempo Elisabetta aveva finito di preparare i bicchieri, e li stava portando in sala.
Anna era seduta sul divano e cosi’ si sedette accanto a lei.
Le porse il bicchiere e le loro mani si sfiorarono, si guardarono profondamente negli occhi, per alcuni attimi ci fu assoluto silenzio, poi Anna iniziò a parlare con estrema naturalezza.
Ad un certo punto si alzò, chiese dove fosse il bagno e vi si avviò. Bettina si sentiva stranamente attratta da quella ragazza, ma non trovava assolutamente niente di male in quel sentimento, nonostante la sua educazione rigorosamente cattolica.
Anzi, iniziò a sedersi nella maniera più sensuale possibile e a slacciarsi qualche bottone della serafina per mettere in evidenza il suo bel seno.
Ripensandoci considerava stupido quel gesto, ma quando stava per riallacciarsi Anna stava ritornando, allora lascio’ tutto cosi’ come stava. Quando rientro’ si risedettero vicine e riiniziarono a parlare.
Ad un certo punto Anna inizio’ a lamentarsi del dolore di piedi dovuto al tacco, e chiese se si potesse togliere le scarpe.
Elisabetta non pensava ad altro che ai piedi nudi di Anna avvolti dai neri collant, e annui’ timidamente con il capo.
Anna allora si chinò lentamente ed iniziò a sfilarsi delicatamente le scarpe, tutto con un ‘ aria molto sensuale ed un malizioso sorriso sulle labbra. Infine, con un gesto grazioso, portò entrambi i piedi sul divano.
Elisa era sorpresa ed eccitata allo stesso tempo; guardava prima il volto di lei e poi i suoi piedi.
Non sapeva cosa fare, ma fu il suo istinto che fece tutto.
Portò inconsciamente una mano su un piede, ed iniziò a massaggiarlo, quasi ad accarezzarlo.
Anna la guardava sorridendo, cosi’ Bettina fece lo stesso con l’altro.
Poi si tolse anche lei le scarpe, si mise appoggiata al guanciale, con una ginocchio sul divano, in modo da poter portare i piedi di lei sul suo grembo, in questo maniera poté massaggiarli meglio, in quel momento cercò di ricordare come i suoi fidanzati le massaggiavano i piedini, e provò anche lei a fare lo stesso.
Anna sembrava! Soddisfatta, ed era accaldata cosi’ si tolse la giacca e la lasciò cadere a terra; una manica della magliettina che portava sotto scivolò, mostrando una parte del suo capezzolo, ormai durissimo.
Betta iniziò a dedicarsi ad un solo piede, e cosi’ l’amica portò l ‘altro verso il viso di lei, lo passò sulle sue guance, le stuzzicò l ‘orecchio, le accarezzò le labbra; a quel punto Elisabetta lasciò il piede e apri’ la bocca per ciucciare l ‘ altro come se fosse un cazzo.
Lo lecco’ prima sopra e poi sotto, baciò il tallone e le caviglie, ed inizio’ a ciucciare l ‘alluce.
Quasi limonava con quel piede, e presa dall ‘eccitazione si slaccio’ le bretelle del vestito, si portò la serafina fino al collo, e si abbassò il reggiseno, in questo modo poté palparsi le tette e tirarsi i capezzoli turgidissimi.
Anna, che aveva guardato la scena, tolse il piede ormai zuppo dalla bocca, ed iniziò a passarlo sulle tette dell’ amica.
Anche Bettina si sdraiò sul divano, e così Anna poté mettere la gamba libera sotto la gonna di lei per farle piedino, mentre pure lei aveva iniziato a massaggiarle i piedi.
Ad un certo punto Anna si fermò, si levò completamente la maglietta mettendo in mostra il bel seno, poi si avvicinò a gattoni ad Elisabetta, le tolse la serafina, poi mettendole una mano dietro al collo, ed una su una tetta, iniziò a baciarla, lentamente; dischiuse un poco la bocca e diede piccoli colpettini con la lingua alle labbra della compagna, facendoli seguire da un lungo bacio profondo e bagnato.
Bettina, presa dall’eccitazione mise le mani sul culo dell’amica, ed iniziò a palparlo rudemente.
Non sapevano dire per quanto continuarono, ma ad un certo punto si fermarono.
Anna si mise in ginocchio, col sedere sul ventre dell’altra, che nel frattempo aveva iniziato a palparle le tette a piene mani; da questa posizione iniziò a slacciarsi i pantaloni, e alzandosi un poco, riuscì anche a sfilarseli.
Betta poté così vedere le belle gambe dell’amica, non molto lunghe, ma ben tornite.
Notò anche che sul cavallo dei collant c’era un alone, dovuto probabilmente all’eccitazione, che rendeva le calze particolarmente attillate in modo da osservare che pure lei era senza mutandine.
La bruna slacciò poi il vestito della bionda, glielo tolse completamente, così come le sfilò completamente il reggiseno.
Poi si sdraiò completamente su di lei, mettendo a contatto i loro seni, e strusciando le gambe facendo quel rumore che fanno i collant quando si sfregano, e in questa posizione riiniziarono a baciarsi, durante lo scambio di effusioni amorose le due si rigirarono e questa volta fu Elisabetta a smettere per prima.
Si alzò in piedi
Vieni con me… – e così dicendo prese la compagna tra le braccia (anche se con un po’ di fatica), e in questo modo, come due sposini, si avviarono verso la stanza da letto.
Bettina la appoggiò docilmente, e accese la luce soffusa di una lampada.
Anna osservò la stanza, e notò che sembrava quella di una bambina, piena di peluche e con i muri colorati di rosa e rosso, ma la cosa non faceva che eccitarla.
Elisa si mise in ginocchio su di lei, la guardò un poco negli occhi, poi si sdraiò ed iniziò a baciarla sul collo.
Ogni tanto dava un bacio leggero, ogni tanto le si attaccava con le labbra come per farle un succhiotto, e poi la leccava tutta.
Piano piano arrivò al mento e poi alle labbra , a quel punto tirò fuori la lingua, e così fece l’altra, e le due iniziarono a “limonare fuori dalla bocca”.
Elisabetta poi avvicino le sue tette alle altre, e prese i cappezzoli di entrambe tra il pollice e l ‘indice, e stropicciandoli a più non posso. In questo modo Anna, che si stava masturbando di sotto i collant, fu presa da un forte orgasmo e iniziò a emettere dei fortissimi urletti, tanto che l ‘altra fu costretta a tapparle la bocca per non far svegliare tutto il vicinato.
Grazie ! – disse alla fine
– Ora voglio che mi fai godere tu,- disse Elisa- voglio che me la lecchi.-
– Si.
Elisabetta si sdraiò aprendo le gambe, e stava per sfilarsi i collant, quando l’altra disse
– No, non così.
Si avvicinò a lei e, nonostante le unghie fossero perfettamente curate e tagliate, riuscì a praticare un piccolo foro nelle calze, che allargò poi per tutta la lunghezza dello spacco della fica.
Finito di fare questo si mise il medio in bocca, e tirandolo fuori tutto bagnato lo avvicinò alla figa bollente della morosa; e, con un rapido gesto lo infilò completamente.
Bettina, che le aveva messo le cosce intorno al viso, premeva sempre di più con i talloni, e a questo punto Anna iniziò a fare avanti e indietro con la mano, e tirando fuori il clitoride con l’ altra, iniziò a leccarlo come solo una donna sa fare.
Quando ormai Elsabetta stava per venire si fermò
– Ma cosa fai? Perché hai smesso?!?
Anna la guardò per un attimo, poi si sedette davanti a lei, le prese i piedi e se li mise sulle spalle, baciando e leccando prima uno e poi l ‘altro; e, con un suo piede ancora avvolto dai collant, iniziò a masturbarla, accarezzandole le labbra e il clito, e facendolo entrare un poco come un piccolo cazzo.
A quel punto Betta provò uno dei migliori orgasmi della sua vita, e tra dolci mugolii si accasciò sul letto.
Anna invece incrociò le gambe, e incurvando la schiena a più non posso iniziò a leccare gli umori che l’amica le aveva lasciato sul piede.
Poi si sdraiò accanto a Bettina, le prese una mano e vide che stava per addormentarsi, allora si misero sotto le coperte, si abbracciarono teneramente incrociando le loro gambe e si addormentarono dandosi un ultimo bacio sulle labbra.
Erano quasi le dieci di mattina, quando Anna si svegliò ridendo a causa di uno strano solletico alla fica; aprendo gli occhi vide che Elisabetta stava lacerando i suoi collant come aveva fatto a lei la sera prima.
Betta si alzò poi di scatto e si mise a cercare in un cassetto, quando se ne uscì con in mano un vibratore.
Era nero, senza marce, abbastanza flessibile, ma la cosa più interessante era che poteva essere introdotto da entrambe le estremità.
– Ti piace? – Disse Bettina
– Dove l’hai preso?
– E’ un regalo di un mio ex, per l’8 marzo. Pensa te che tipo…
Le due iniziarono a ridere, poi la bionda salendo sul letto si avvicinò alla compagna, leccandola e strusciandole le tette dappertutto, ma con particolare attenzione verso quei piedi che la sera prima le avevano dato tanto piacere.
L ‘altra, mugolando si eccitava sempre di più.
– Finalmente ti stai bagnando!
E così dicendo Elisa iniziò a leccarle la figa. Poi prendendo il vibratore che aveva lasciato in fondo al letto disse:
– Ora voglio provare una cosa
Prima lo leccò per tutta la sua lunghezza, poi iniziò a pomparlo e infine, quando era ormai zuppo lo avvicinò al clitoride dell’amica, che si stava bagnando sempre più, ma quando ormai stava per raggiungere l ‘orgasmo smise.
– Ora mettiti così.
Disse Elisabetta, e prendendole le caviglie le sollevò le gambe, come se dovesse farle fare una capriola, portandole le ginocchia fin sopra il seno.
Dopo prese il dildo, ancora lubrificato dalla saliva, e avvicinandolo alle grandi labbra lo fece scendere lentamente per quasi la metà della sua lunghezza.
Grazie a questa posizione poté sedersi sul suo culo, prendendo dentro l’altra metà. In questo modo potevano anche palparsi le tette a vicenda; ma mentre Elisa lo faceva con le mani ed un po’ di saliva, Anna, che era molto slegata nei movimenti, riusciva a farlo con i suoi piedini, prendendole i duri capezzoli con le dita e i morbidi collant.
In questa posizione, comunque, il piacere fisico era minimo, in quanto il vibratore era uno di quelli che “non vibrava”, ma il piacere emotivo era molto alto, in quanto le due ragazze si sentivano ognuna la parte attiva che prendeva l ‘altra, e i mugolii delle due non facevano altro che aumentare l ‘eccitazione in ognuna.
E così , tra gridolini e strilletti le due, muovendo in cerchio i propri bacini e strusciando tra di loro le fiche e il clitoride vennero in un fantastico orgasmo.
Tolto il vibratore le due si misero nella posizione del 69 per leccare i propri umori.
Dopodiché si sdraiarono un po’ sul letto, limonando, palpandosi le tette e il culo.
Decisero poi, per riprendere le forze, di fare colazione.
Si recarono in cucina con l ‘abbigliamento di quando avevano scopato, cioè nude se non fosse per un paio di collant, neri per Anna, marron per Elisabetta, con uno spacco all ‘altezza della figa; dopo aver preparato la tavola, si sedettero una di fronte all ‘altra a mangiare, ridere e scherzare.
Ad un certo punto però Anna decise di fare il piedino all’altra, prima accarezzandole il piede, poi la caviglia e poi, salendo, massaggiandole l’esterno del polpaccio.
E così fece Elisabetta.
Le due, salendo sempre più in su arrivarono ben presto alla figa, e qui non riuscirono più a fermarsi.
Guardandosi negli occhi si masturbavano sempre più velocemente, ognuna con la mano sul piede dell’altra per poterlo guidare, e, alla fine, le due vennero quasi in contemporanea.
Era ormai mezzogiorno, e Anna doveva tornare a casa per dare sue notizie; avrebbe detto la verità, cioè che aveva dormito da un ‘amica.
Poi una volta raccolti i vestiti sparsi per la casa iniziò a rimetterseli, ma quando stava per infilarsi i pantaloni si fermò, guardò Elisabetta e le disse:
– Non è che hai un paio di collant da prestarmi?-

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