Incontro con la MILF in collant

Incontro con la MILF in collant

Ancora un bellissimo racconto erotico scritto da “A”, che ringraziamo tantissimo per questa e le altre che ha già inviato. Sapevi che anche tu puoi inviarcene uno? Clicca qui ed inviaci il tuo racconto, il tuo sogno, la tua esperienza legata al mondo dei collant!

L’anno scorso fui invitato a casa di amici per trascorrere il giorno di Pasquetta insieme. Non avevo molta voglia di andarci, ma per evitare problemi, ci andai ugualmente. Era aprile e le temperature non erano ancora caldissime.
Si trattava di un pranzo da un mio amico che aveva fortemente voluto la mia presenza da lui per trascorrere la giornata insieme.
Dopo aver pranzato ricevemmo una telefonata da parte dei suoi zii che volevano passare a salutarci per scambiare anche gli auguri.

Poche volte avevo incontrato gli zii di questo mio amico, ma ricordavo soprattutto la zia, una donna di mezza età che si portava i suoi anni molto bene dimostrandone di meno. Era molto avvenente e prosperosa e amava fare sfoggio delle sue parti migliori come il seno e le gambe, queste ultime quasi sempre velate da collant color carne o neri.
Dopo poco che avevano telefonato arrivarono e tra questi c’era anche la zia che come varcò la porta d’ingresso, mi fece eccitare un botto. Notai, infatti, che indossava un abitino a fiori che le arrivava fino in vita, stivaletti marroni e un paio di collant color carne che a stento si notavano. Presero posto e io capitai di fianco a lei. Poggiò le gambe sul bordo della mia sedia piegandole un po’ e mi chiese se mi dessero fastidio. Io risposi di no e nel frattempo cercavo di intravedere più dettagli possibili di quelle calze che debolmente riflettevano la luce con riflessi bianco-argentati che dal piede salivano fin sopra la gamba. Con la coda dell’occhio cercai di intravedere anche il cavallo e lo trovai: sotto indossava delle mutandine nere.
Dopo poco, con una scusa, mi alzai e mi misi in posizione tale da fotografare quelle belle gambe velate. Fatta la foto, andai un attimo in bagno: avevo bisogno di svuotarmi, non riuscivo più a trattenere l’eccitazione. Appena fui dentro non mi accorsi che la piccola finestra del bagno che dava sul balcone della cucina era socchiusa. Non ebbi il tempo di calarmi il pantalone che da fuori la finestra sentii la sua voce. Intimorito mi misi subito a posto senza far niente, ma sbirciando fuori mi accorsi che stava parlando al cellulare ed era di spalle. Si appoggiò sulla ringhiera e il suo vestito a fiori si alzò un po’ facendo vedere il profilo delle gambe in tutta la sua totalità. Il suo lato b era molto sodo e il vestito quasi succinto ne esaltava le forme. Senza farmi vedere, mi abbassai di nuovo pantalone e mutande e iniziai a massaggiare il membro sempre più veloce immaginando di passarlo su quelle calze morbide e semilucide imbiancandole del mio sperma caldo. Più le guardavo e più le bramavo soprattutto quando le vedevo muoversi sfregandosi tra loro. Venni a meraviglia cacciando fuori fiumi di caldo sperma. Eppure non ero soddisfatto, volevo di più.
Mi sistemai, mi lavai le mani e uscii dal bagno. Tornai in soggiorno dove c’erano tutti, anche lei che nel frattempo era tornata dentro dopo aver finito di parlare al cellulare.
D’un tratto disse al marito: -Se mi dai le chiavi della macchina scendo un attimo a prendere la pastiera che ho portato.-
-Va bene- rispose il marito. -Hai bisogno di una mano?-
-No, basta che qualcuno resti qui con la bambina.- disse lei.
Il marito, poi, rivolto verso di me mi disse: -Vai a dare tu una mano per la pastiera?-
Un po’ sorpreso, ma estremamente felice risposi di sì.
Scesi assieme alla moglie e ci dirigemmo verso la macchina parcheggiata nel garage privato del condominio. Mentre camminavamo lei iniziò a dirmi: -Sai, in questo ultimo periodo mio marito è sempre stanco e pressato dal lavoro e anche dopo la nascita della bambina non lo vedo più così attivo e presente come prima.-
A quelle parole incominciai temere che lei mi avesse visto poco prima in bagno, ma allo stesso tempo fui sorpreso nel sentire ciò.
-Mi manca un po’ non farlo.- continuò lei -Anche oggi mi sono vestita un po’ più a tiro e non ha detto niente.-
Più parlava e più in me montava la voglia di farmela, nonostante fosse la zia del mio amico: desideravo alleviare le sue sofferenze d’amore realizzando anche il mio sogno di farlo con una milf.
Arrivammo alla macchina. Il garage era deserto: oltre alle automobili parcheggiate c’eravamo solo noi due. La zia del mio amico aprí il portabagagli della macchina e china incominciò ad armeggiare nel tentativo di prendere la pastiera. Così abbassata, il vestito si tirò su leggermente scoprendo parte del sedere. Le calze lo coprivano molto bene e lasciavano intravedere quella deliziosa mutanda in pizzo nero. A quella visione sentii di nuovo pulsare il mio pene contro i pantaloni: ero in erezione. Ero lì a pochi centimetri da uno spettacolo favoloso. Avrei voluto toccarlo, passarci il mio pene gonfio sopra, oppure buttare la faccia dentro. Non riuscii a trattenermi e con una mano le iniziai a toccare il corpino ricamato di quei collant color carne.
Lei sussultó un attimo.
-Ti sto sistemando il vestito.- dissi io.
-Ah, ok….grazie….- rispose un po’ ansimando.
Proseguii indisturbato in quella pratica di accarezzamento mentre lei iniziò a godere con dei mugolii affannati: ormai aveva smesso di cercare la pastiera, che in realtà era solo un pretesto per creare quella situazione.

A quel punto mi abbassai la cerniera lampo del pantalone e tirai fuori il mio cazzo ancora umido per la sega di poco prima. Quindi iniziai a passarglielo sulle gambe e poi sul sedere inumidendo il nylon di quelle calze.
-Allora è questo l’arnese che maneggiavi prima in bagno?- disse lei.
-Si, non me lo sono asciugato bene e sto approfittando delle tue calze per farlo- risposi io per nulla scosso da quella rivelazione.
-E ti piace?- disse lei
-Non sai quanto! E poi queste calze sono bellissime!-
-Visto? Sono costate un po’ ma ne è valsa la pena.- quindi si girò verso di me, mi prese e mi buttò dentro la macchina sui sedili posteriori. Abbassò quelli davanti per aver più spazio e si buttò su di me. Avida mi abbassò i pantaloni e incominciò a succhiare il membro. Io iniziai a godere a schifo: sapeva succhiare benissimo e si vedeva che era esperta. Io nel frattempo le tolsi il vestito e la lasciai in reggiseno e calze togliendole anche gli stivali. Mentre mi spompinava le mie mani la avvinghiavano a me tenendola forte e stretta. Le accarezzavo avidamente i collant, toccando anche i piedi velati e tirandole le punte delle calze.
-Ti piacciono?- disse lei.
-Sí- risposi io in estasi.
-E allora vai! Sono tuoi, fanne ciò che vuoi!-
Non me lo feci ripetere due volte. La misi a sedere e con il pene cominciai a seguire tutta l’estensione delle calze inumidendole con i primi fiotti di sperma che incominciarono ad uscire. Presi i suoi piedi e me li portai in faccia leccandoli e annusandoli. Poi li portai al membro e lei iniziò subito a segarmi. Mentre lo faceva notai una smagliatura sulla gamba.
-Ops, ti ho rotto le calze- feci io.
Lei guardò lo strappo e disse: -Non fa niente.-
Un raptus mi prese e le strappai le calze con impeto. Il rumore del nylon che si strappava era musica per le mie orecchie e vedere i filati distruggersi mi eccitava ancora di più. Prima una gamba e poi l’altra. Feci a brandelli quelle calze schizzando come un pazzo. Lei prese il mio membro e se lo puntò in faccia bagnandosi tutta. Avevamo goduto appieno entrambi dopo quel rapporto.
Ci rivestimmo e sistemammo alla men peggio la macchina.
-Come farai ora senza calze?- chiesi.
-Ne ho un paio di riserva- e cacciò dalla borsa un nuovo paio di calze ancora incelofanato.
-Che fortuna!- esclamai.
-Più che fortuna, previdenza- rispose lei mentre se le infilava.
-Sono buone come quelle che ti ho rotto?-
-Queste sono Filodoro, le altre erano Calzedonia, la qualità è diversa e si sente.-
-Si vede e si tocca anche.- nel frattempo le stavo accarezzando le nuove calze color carne che si era messa sistemandogliele un po’ meglio. Ci passai la mano dal piede fino all’interno coscia, almeno tre, quattro volte. Quindi posi la mia guancia su quel morbido nylon che dopo poco iniziai a baciare.
-Quanto mi fai sesso.- disse lei mentre tornavamo indietro abbracciati e io con una mano sotto al vestito palpandole ancora il sedere velato da collant.

Foto di copertina di NylonFeetLove: il primo sito italiano dedicato alle donne che indossano calze e collant

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