Come Vorrei Che Fosse…

Dopo molte incertezze, mi risolsi a pubblicare l’annuncio, indicando, per sommi capi, ciò che cercavo.

Dopo alcune richieste di amicizia improbabili giunge quella di una coppia interessata a conoscermi…
Gioia, gaudio e tripudio!
Dalle foto inserite nell’annuncio Lei è praticamente una dea, 38 anni, mora, pelle olivastra, formosa, capace, in stretto gergo tecnico, di resuscitare i morti!
Ci si scambia qualche mail per mettere a punto le voglie ed i desideri e ci si da appuntamento in un bar del centro; si chiacchiera del più e del meno con amabile confidenza, due persone squisite che sanno come mettere a proprio agio l’interlocutore.
Lei dal vivo conferma la sensazione positiva ricevuta dalle foto dell’annuncio, alta, altissima sui tacchi a spillo, provocante ma non volgare, in un completo nero, giacca e gonna sul ginocchio, calze nere velate, camicetta azzurra sapientemente sbottonata su una scollatura che lascia presagire due deliziosi seni pieni; lui un uomo sulla quarantina ottimamente portati, tonico, ben vestito, affabile.
Si fissa l’appuntamento per la sera stessa, a conferma della generale soddisfazione ricevuta da tutti.
Mi preparo per benino, passo dal fioraio, una rosa rossa non ha mai indisposto alcuna donna, anzi!
Col cuore in gola suono il campanello, apre lei… una visione!
Capelli raccolti in una coda, camicetta aderente bianca, nessun reggiseno, gonnellina plissettata, collant neri sopra al ginocchio, perizomino “d’ordinanza”.
Ci si accomoda in salotto, lei accanto a me sorridente e loquace, per niente agitata dalla situazione, lui di fronte a me evidentemente compiaciuto della beltà e della sicurezza profuse dalla sua compagna…
La scintilla scocca allorquando lei poggia la testa sulla mia spalla, in maniera naturale le prendo il mento fra le mani, accosto le mie labbra alle sue e cominciamo a baciarci, dapprima come due adolescenti, piccoli morsi sulle labbra, poi sempre più audacemente, con le lingue che violano insistentemente le bocche, appare chiaro il reciproco desiderio di possederci.
Lui, sempre di fronte a noi, si eccita e comincia a liberarsi degli indumenti fino a restare nudo, fisico atletico, poco peloso e arnese degno di nota ormai in erezione.
Noi, sempre avvinghiati in baci da bollino rosso, ci strappiamo letteralmente i vestiti di dosso, volano per la stanza camicie, pantaloni, gonna, lei resta in peri e collant, io completamente nudo!
Lui si aggiunge a noi sul divano mettendo lei nel mezzo, la circondiamo, palpandola a 4 mani in ogni punto del suo corpo, la situazione si scalda.

La bendiamo delicatamente, la prendiamo per mano e la facciamo sdraiare sul tavolo del salone, io mi siedo a capotavola e percorro le sue cosce in punta di lingua fino all’inguine, le sfilo il perizoma intriso di umori ed affondo la testa fra le sue gambe; lui la osserva contorcersi mugolando, le poggia il cazzo a portata di labbra, lei avidamente lo fa sparire nella bocca fino alle palle, continuando ad emettere gemiti innaturali! continuo il mio lavoro di stimolazione frizionandole la clitoride con le dita, percorrendo il solco della figa con la lingua e cercando di forzarle l’ano; copiosi umori vaginali le colano agevolando l’ingresso nell’ano, prima una, poi due dita violano lo stretto orifizio, lei non resiste a lungo e si lascia andare ad un orgasmo scomposto …
Via la benda, sfoggia un sorriso appagato che la dice lunga su quanto bene si stia trovando in questa situazione, ci guarda maliziosa e ci precede sculettando sinuosa fino alla camera da letto.
Prende in mano la situazione e non solo quella, afferra i membri e li avvicina alla bocca, li soppesa con lo sguardo, li umetta con la saliva e comincia a pompare con foga, prima uno poi l’altro, fino ad ottenere la massima erezione possibile!
Fa sdraiare me sul letto e con misurata lentezza si impala sul mio cazzo; il marito da dietro la sostiene titillandole i capezzoli e baciandole il collo, mentre come un’amazzone detta i ritmi della penetrazione! si china su di me offrendomi il seno, le martirizzo i capezzoli con la bocca, sprimacciandoli a piene mani.
Ora i gemiti diventano profondi, esige un cambiamento di posizione, fa sdraiare il marito, si sfila da me e monta lui, le vado dietro e mentre si dimena le lecco il buchetto; provo anche a succhiare le palle del marito che a stento restano fuori dalle labbra della vagina, tutto è molto eccitante in una commistione di desideri e piaceri.
Mi posiziono dietro di lei, percorro l’incavo delle natiche con la punta della cappella, tengo saldo il mio cazzo in mano e provo ad appoggiarlo sul suo ano; lei rallenta la cavalcata furiosa e cerca di tendere il culo verso di me.
Appoggio deciso la cappella sull’ano, la prendo saldamente per i fianchi e lentamente mi introduco in lei, inesorabilmente mi faccio strada fra le pareti del suo sfintere, avverto distintamente il cazzo del marito nella figa, dopo qualche minuto riesco ad affondare delicatamente in lei fino alle palle.
I gemiti ora sono urla liberatorie di un dolore passato ed un piacere montante; sincronizziamo i movimenti e all’unisono cominciamo un crescente sfondamento di una calda femmina da letto.
Col marito ci contendiamo seno, fianchi, bocca, lei è spaccata e divisa da due tori da monta che si agitano in lei fino a farle emettere grida di piacere da far godere un impotente.
Andiamo avanti così fino a che un coro di urla sottolinea che il momento dell’esplosione di sborra è giunto! caldi fiotti la riempiono fuoriuscendo dai suoi buchi!
Devastati ci accasciamo sul letto dove Morfeo ci trova sorridenti ed appagati..

Rispondi